Una pietra d’inciampo per ogni vittima di femminicidio, la proposta parte da Brindisi
Parte da Brindisi una interessante iniziativa per ricordare le donne vittime di femminicidio. Cgil, Spi Cgil e le associazioni Anpi, Auser, Io Donna-Centro Antiviolenza di Brindisi, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, chiedono al Comune di Brindisi la collocazione di “pietre di memoria” nei luoghi dove sono stati commessi femminicidi.
Secondo le organizzazioni sindacali e le associazione firmatarie della richiesta “la “pietra” è adeguata a dare il giusto peso nella memoria collettiva e a impedire ogni forma di oblio e di indifferenza nei confronti di delitti così efferati, restituendo dignità alle vittime, ricordando a tutti i cittadini e le cittadine della comunità di appartenenza il loro nome e la storia di ciascuna. Riteniamo che questo gesto simbolico possa dare vita a momenti di confronto e discussione su un fenomeno da debellare alimentando il rispetto della libera scelta delle donne e la consapevolezza di una nuova cultura paritaria.
L’obiettivo è tenere viva la memoria in chi resta, rendendo sempre più responsabili tutti noi, Istituzioni e società civile, a mantenere un impegno costante per costruire quella rete territoriale indispensabile alla prevenzione di ogni forma di violenza maschile sulle donne e del femminicidio, dando il supporto necessario alle donne vittime di violenza, ai loro figli e figlie minori vittime di violenza assistita, agli orfani speciali delle madri uccise e agli uomini abusanti.
La storia delle pietre d’inciampo nasce dall’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig che creò piccole pietre d’ottone per ricordare le vittime del nazifascismo. La prima pietra la pose a Colonia nel 1992 per ricordare la deportazione dei rom e dei sinti di quella città. Da allora ne sono state posate a migliaia, di cui oltre mille in Italia.
La proposta di Cgil, Spi Cgil, Anpi, Auser e Io Donna-Centro Antiviolenza prevede la posa di una “pietra” o una “targa”, che riporti nome- cognome- data di nascita e data di morte, a ricordo di ogni donna vittima di femminicidio.
[La foto che illustra l’articolo è dotata di Common Creative License. Autore: European Parliament]