Il no di Auser Puglia all’autonomia differenziata
L’Auser dice no al processo di autonomia differenziata che il Governo sta portando avanti e rilancia la questione meridionale come problema chiave per il futuro del Paese, che va affrontato e risolto una volta per tutte.
“Ancora una volta l’Auser scende in campo, per difendere l’unità e la coesione nazionale. Com’era già successo nelle tesi congressuali, discusse ed approvate dal Congresso Nazionale di due anni fa – afferma Biagio D’Alberto, presidente di Auser Puglia -, anche il documento della Conferenza di Organizzazione che celebreremo nel prossimo mese di maggio sottolinea con molta energia la centralità della questione meridionale e boccia senza appello il progetto di autonomia differenziata. Il contesto economico globale e nazionale sta accentuando il divario tra Nord e Sud, se l’autonomia differenziata andrà in porto c’è il serio rischio che il sottosviluppo cui il Mezzogiorno è condannato diventi irreversibile.”
“Il percorso intrapreso verso l’autonomia differenziata presenta grandi rischi per un Paese già segnato da profondi divari territoriali – si legge nel documento approvato dal Direttivo Nazionale Auser -. Bisogna fare tutto il possibile per scongiurare lo scivolamento verso un regionalismo delle disuguaglianze, a partire da una adeguata definizione dei Livelli essenziali delle Prestazioni e dalla garanzia della loro concreta esigibilità sui territori.”
Auser chiede, pertanto, “soluzioni omogenee e democratiche, finanziate ed esigibili in ogni parte d’Italia” ritenendo che esse siano “presupposto fondamentale per un sistema di welfare realmente inclusivo e universalistico, fondato sul riconoscimento di diritti e pari opportunità per tutte le persone.”
“Mobiliteremo su questi obiettivi le nostre strutture territoriali e i nostri Circoli” annuncia il Presidente D’Alberto.
Auser Puglia ha firmato, assieme al folto cartello di associazioni che hanno sottoscritto il patto di consultazione con la Cgil pugliese, l’appello Contro l’autonomia differenziata. A Difesa della Costituzione, dell’unità del Paese e della centralità del Parlamento, condividendo la tesi che il progetto di riforma “costituisce un attacco all’unitarietà dei diritti sociali e non procede nell’indirizzo della indispensabile riduzione dei gravi divari territoriali”.