Lina Arpaia: “Superare la cultura patriarcale e maschilista”
Il tema della violenza sulle donne continua ad essere drammaticamente e quotidianamente d’attualità, come confermano le cronache di questi giorni e la tragica morte di Giulia Cecchettin. Numerose le iniziative promosse dai Circoli pugliesi dell’Auser in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, di cui daremo conto nei prossimi giorni.
Sull’argomento pubblichiamo l’approfondita riflessione di Lina Arpaia, responsabile dell’Osservatorio Pari Opportunità Politiche di Genere di Auser Puglia.
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Il 25 novembre 2023, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ricade in una situazione difficile per la presenza, fra l’altro, di ulteriori focolai di guerra.
Le Nazioni Unite scelsero questa data per ricordare il sacrificio delle tre sorelle Mirabal Patria, Minerva e Maria Teresa, donne coraggiose che nel 1960, per il loro impegno, furono stuprate e brutalmente massacrate da agenti del servizio informazione della Repubblica Dominicana, guidata all’epoca dal dittatore Trujillo.
A distanza di così tanto tempo, violenze e femminicidi non cessano. La cultura patriarcale e maschilista continua a manifestarsi nelle forme più atroci.
Lo vediamo nel nostro Paese, nella cronaca di quasi tutti i giorni e nelle statistiche recenti che parlano di casi sempre più crescenti di donne vittime di violenza, molti dei quali sfociano in femminicidio: quotidianamente abusi fisici e psicologici vengono perpetrati nei confronti delle donne e delle ragazze, picchiate, umiliate, derise, abusate, annientate nella loro dignità.
Lo vediamo nel resto del mondo, e in particolare nei conflitti e nelle guerre che proliferano. Molto spesso le donne sono, assieme a bambini e neonati, il bersaglio per colpire le comunità e i popoli.
Stupri, violenze, femminicidi, istinti di possesso e sopraffazione puntano a cancellare ogni barlume di libertà e di autodeterminazione.
Ma nonostante tutto questo, le donne non si fermano. Come ci dicono le mobilitazioni in Israele e in Palestina, in Iran, in Ucraina, in Afghanistan.
Il nostro impegno, quello delle donne dell’Auser, è necessario. Anche il nostro contributo è prezioso per cambiare la società, a partire dai contesti in cui viviamo. Per sostenere quel cambiamento culturale doveroso per una società più giusta, rispettosa delle diversità.
Per questo siamo convinte che occorre potenziare i centri anti violenza, le case rifugio, i percorsi di uscita dalla violenza, anche economica, le strutture e servizi che aiutano a liberarsi dalla paura e a denunciare la propria condizione per ritrovare se stesse, la propria identità, l’autonomia.
Ma allo stesso tempo sappiamo che serve anche altro per agire su modelli che ripropongono uno squilibrio tra donne e uomini per prevenire la violenza, combattendo le sue radici culturali e le sue cause. Per questo sono essenziali azioni e iniziative mirate all’educazione, alla sensibilizzazione, al riconoscimento e alla realizzazione delle pari opportunità in ogni ambito della vita pubblica e privata, a partire dalle giovani generazioni. Occorre mettere in atto campagne di sensibilizzazione e cicli di educazione -formazione sui danni prodotti dalla violenza e prima ancora dalle discriminazioni e dagli stereotipi legati ai ruoli di genere e al sessismo.
Ma soprattutto occorre inserire nella didattica, sin dalla scuola materna programmi per l’educazione al rispetto, al confronto, alla gentilezza, alla tolleranza, alle relazioni positive.
Noi donne siamo impegnate per realizzare il vero cambiamento e le comunità senza violenza.
Lina Arpaia
Responsabile Osservatorio Pari Opportunità Politiche di Genere Auser Puglia
Non passa giorno senza una notizia di femminicidio,ed ogni volta è un orrore diverso , sempre una crudeltà inimmaginabile . Uomini che sembrano normali si rivelano dei mostri, ma come è possibile tutto questo, sembra un incubo quotidiano se pensiamo che,invece,le donne non si rendono conto di avere al loro fianco una persona che farà loro del male fino ad uccidere. Tutto ciò è inaccettabile,oltre che doloroso bisogna fare qualcosa ma cosa fare? Le donne non sono più disposte a rinunciare alle libertà conquistate e non intendono rinunciarci,gli uomini dovrebbero sostenerle eprocedere insieme verso una libertà che porti al rispetto reciproco ed a quei sentimenti di amore di cui forse si è perduto il significato.