Brindisi, avamposto nella lotta alla violenza sulle donne
Brindisi sta diventando un autentico laboratorio delle strategie e delle politiche di contrasto alla violenza sulle donne. Una fucina di buone prassi.
Il segreto della ricetta vincente sta nella partecipazione, nella mobilitazione, nel coinvolgimento di generi e generazioni diverse attorno al tema.
Sono tante le associazioni, le organizzazioni, le istituzioni impegnate: lo Spi Cgil con il suo Coordinamento Donne, l’ Associazione Io Donna, l’Auser, la sezione Anpi “Vincenzo Gigante”, la Commissione Pari Opportunità del Comune di Brindisi, la Consigliera Di Parità della Provincia di Brindisi.
Una iniziativa che sintetizza con molta efficacia lo spirito che anima questa rete di soggetti è la recente posa in opera delle «pietre vive di memoria» per onorare la memoria delle donne vittime di femminicidio, che visto come protagoniste le ragazze e i ragazzi dell’istituto professionale Morvillo.
Potete vedere nella galleria fotografica i diversi momenti della manifestazione inaugurale che ha visto la partecipazione, assieme ai soggetti promotori, del sindaco Giuseppe Marchionna, del Presidente della Provincia Toni Matarrelli, del Questore Annino Gargano, della vice prefetta Maria Antonietta Olivieri, della dirigente del Morvillo, Irene Esposito, del presidente di Auser Puglia, Biagio D’Alberto, con la presidente provinciale Adriana Policicchio, dell’ex sindaco Riccardo Rossi, dei rappresentanti di tutti gli enti promotori, delle ragazze e dei ragazzi, dei familiari delle vittime.
Le artistiche pietre, realizzate da uno studente dell’istituto professionale, sono state affisse ad un muro del Comune di Brindisi.
Tea Sisto, dirigente dell’Anpi di Brindisi, ha così commentato l’iniziativa su Facebook: «La giovane sposa con viso e braccia con i segni della violenza, le quattro damigelle vestite di rosso, simbolo della violenza sulle donne La commozione e le lacrime della sposa quando ha letto la storia della più piccola delle vittime di femminicidio, una bimba di tre anni, del suo paese. Sono state le studentesse del professionale Morvillo, bellissime, con gli abiti da loro ideati e realizzati, assieme alle loro insegnanti, le vere protagoniste dell’inaugurazione delle Pietre Vive di Memoria. La Memoria non muore e neanche la nostra determinazione a contrastare il patriarcato e la deleteria cultura del possesso. Libere di essere vive, libere di essere libere. Ricordando che senza il rispetto dei diritti sociali di uguaglianza sanciti dalla Costituzione, siamo più vulnerabili anche sui diritti civili. E non saremo mai davvero libere.»
Un ulteriore momento di riflessione e di sensibilizzazione sarà offerto dalla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Non Una Di Meno è il tema della manifestazione in programma il 27 novembre. Partendo dal luogo simbolico del Tribunale, un corteo, cui parteciperanno le scuole, attraverserà la città e si concluderà in Piazza della Vittoria con un laboratorio sul tema «Smascheriamo il patriarcato».
All’iniziativa, che
si svolgerà a partire dalle ore 9.00, hanno aderito l’Associazione Io Donna-Centro Antiviolenza, ANPI Brindisi Sez. Vincenzo Gigante, Coordinamento Donne SPI-CGIL, CGIL, Auser Territoriale, Associazione FR/AZIONE Tuturano, FIAB Brindisi, Cooperativa Solidarietà e Rinnovamento, Cobas Brindisi, Arci Brindisi, Cooperativa Il Sogno di San Pietro Vernotico.
La manifestazione non ha soltanto lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle violenza sulle donne. I promotori avanzano anche precise richieste: finanziare adeguatamente i centri antiviolenza e le case rifugio, strutture indispensabili nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza e alla prevenzione dei femminicidi, realizzare la prevenzione a partire dal sistema educativo e la formazione costante delle operatrici ed operatori del sistema antiviolenza.
Inoltre, si chiede di garantire alle donne i diritti sociali, previsti dalla Costituzione, nel campo del lavoro e della vita, contro ogni disuguaglianza e discriminazione, perché si è veramente libere/i di decidere della propria vita, solo quando si possiede reddito (diritto al lavoro), strumenti di conoscenza (diritto allo studio e alla formazione) e capacità di autonomia (diritto alla salute).