Sollevarsi e ballare per sconfiggere la violenza contro le donne

Era il 2013 quando Eve Ensler, drammaturga, poetessa, sceneggiatrice, regista,scrittice e autrice del celebre  volume I monologhi della vagina, lanciò in tutto il mondo la  rivoluzionaria campagna, One Billion Rising. Il punto di partenza era la drammatica e ben nota statistica: una donna su tre in tutto il pianeta sarà picchiata o violentata nel corso della propria vita. Ensler pensò di rispondere a questa tragedia facendo ballare e manifestare un miliardo di persone nel mondo, il giorno di San Valentino. Un modo pacifico, forte e creativa per denunciare quella violenza e affermare la volontà di porvi fine.

L’enorme successo della manifestazione, con adesioni da oltre 200 nazioni, ha trasformato One Billion Rising in un appuntamento annuale, il cui spirito battagliero ha ricevuto consensi crescenti aprendo un nuovo dibattito sui diritti, il razzismo, le disuguaglianze economiche e le guerre dichiarate sui corpi delle donne in tutto il mondo. Anche in Italia sono migliaia le persone che hanno partecipato ai tantissimi eventi che coinvolgono ormai l’intero Paese.

L’idea lanciata da Eve Ensler e dalle attiviste del movimento rivoluzionario ha uno straordinario valore simbolico: il danzare sprigiona energia dai corpi traumatizzati dalle violenza, aumenta la consapevolezza che il fenomeno della violenza contro le donne è un dramma globale, favorisce l’autonomia delle donne e la mette in rete, trasformandola in un’affermazione di solidarietà universale.

Oltre alla gioia di ballare, la mobilitazione attraverso la danza ha prodotto in diversi paesi interventi straordinari. Nel Congo molti uomini  hanno reso pubblica una dichiarazione di solidarietà per porre fine alla violenza sulle donne; nello Zimbabwe, centinaia di donne sono state liberate in quanto ingiustamente imprigionate per crimini passionali; in Perù operai edili nei cantieri di costruzione non accettano le molestie sessuali; in India centomila conducenti di risciò sono stati istruiti sulla violenza di genere e queste persone e adesso i loro mezzi espongono cartelli che dicono: la mia religione rispetta le donne; nelle Filippine il governo è stato costretto a proteggere le ragazze delle Payatas, le discariche dove erano costrette a vendere i loro corpi per cercare.

Il movimento One Bilion Rising offre una visione del mondo in cui  deve prevalere il rispetto per le donne, la non violenza, la valorizzazione di tutte e tutti coloro che senza risorse hanno trasformato le loro comunità. C’è stato un ribaltamento del paradigma culturale del patriarcato: la fiducia nell’emotività e nell’erotico deve avere la stessa dignità della fiducia nell’intellettuale e nel politico: la loro integrazione non è solo determinante per il cambiamento, ma può essere essa stessa cambiamento.

Il movimento One billion Rising  stimola le donne ad uscire dal proprio io, a comprendere  che ogni azione per la giustizia, per l’affermazione dei diritti ,per la non violenza  è la strada per cambiare, per liberarci dai pregiudizi, dai soprusi, dalla sopraffazione.

Occorre  sempre pensare che trattiamo di persone, di rispetto, di amare la vita , di riconoscere il valore della vita.

Ogni evento deve far parte di una decisione collettiva, carica di energia, per porre fine alla violenza su questo pianeta, che  traumatizza i corpi delle donne e delle bambine ed impedisce di utilizzare la forza vitale ed assaporare il vero valore della vita.

Lina Arpaia
Referente Osservatorio pari opportunità e politiche di genere
Auser Puglia

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